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sabato, febbraio 25, 2012

I giovani vogliono il posto fisso vicino alla mamma... sarà vero?


Alcuni giorni fa il ministro dell'interno Anna Maria Cancellieri ha fatto una dichiarazione di cui molto si è discusso, trattando il tema lavoro ed occupazione ha dichiarato “Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città, di fianco a mamma e papà”. Fortunatamente il giorno successivo, resasi conto della gaffe e preso atto delle proteste, si è scusata ed ha ritrattato.
Il ministro Cancellieri, come tutto il governo tecnico, sta a mio parere cercando di fare bene, tuttavia spesso manca di quella dote comunicativa che in un settore dai nervi scoperti come il lavoro è imprescindibile. Ma a volte pare mancare anche delle conoscenze della vita reale dei cittadini italiani, di tutta quell'Italia che ogni mattina si sveglia e ragiona su come guadagnarsi “la giornata”.
Ho sempre sostenuto che uno dei principali motivi per i quali si fa fatica a livello politico a trovare le più corrette soluzioni nel mondo del lavoro sia quello di far sedere al “tavolo” delle discussioni dirigenti sindacali, docenti universitari, politici di professione ed economisti, gente insomma, che il vero mercato del lavoro lo conosce attraverso i libri, da qualche statistica commissionata a chissà chi o al massimo da formali chiacchierate con il mondo dell'altissima imprenditoria.
La situazione del lavoratore che oggi vuole vivere lontano da mamma e papà è questa:
500 affitto
15 bollo auto
50 assicurazione
10 canone Tv
20 spese condominiali
200 carburante
50 manutenzione auto (olio, gomme)
20 tasse comunali varie
100 riscaldamento
50 luce e acqua
Totale spese: 1015 euro al mese per mantenere auto e bilocale
Stipendio 1100 euro
Risultato = 85 euro per mangiare un mese

Insomma: un calcolo realistico, semplice da verificare e che dimostra come la situazione sia insostenibile. Ma ecco il “colpo di scena”. Sapete chi ha fatto questo conto? Nessun professore di economia, nessun consulente strapagato, nessuna commissione lavoro parlamentare, nessun mega-responsabile sindacale... ma il sig. Davide C. sulla pagina Facebook di Bianco Lavoro . Il sig. Davide C. si presenta come “disoccupato, faccio i conti ai professori della Bocconi al governo” e cerca lavoro come “magazziniere, mulettista, casaro, zootecnico, esperto nel trattamento cachemire, gastronomo, gelataio”.
Un cittadino comune quindi, in cerca di lavoro, che per la sua quotidianità può spiegare anche ad un ministro come stanno realmente le cose ed il perché molti italiani sono costretti ad essere “mammoni”.
Ripeto, nessuno mette in dubbio che il ministro Cancellieri stia facendo bene il suo lavoro ed abbia un reale interesse affinché i cittadini siano soddisfatti, ma se avesse discusso con gente comune, al di fuori della stretta élite cui è circondata... avrebbe scoperto in anticipo che oggi come oggi non solo non è affatto vero che si voglia stare attaccati a mamma e papà, ma laddove questo è necessario, diventa una situazione vissuta con sofferenza ed umiliazione. Il fatto è che allo stato dell'economia attuale, allontanarsi da “casa” è difficilissimo...
Certo un tempo non era così, ed è probabilmente questo che ha tratto in inganno il ministro, quaranta o cinquant'anni fa si poteva “emigrare” e con lo stipendio da operaio o impiegato comprare casa, auto e tirare avanti una famiglia, mettendo anche da parte qualcosa.
Sul tema lavoro anche altri membri del governo hanno dato l'impressione di avere scarsa conoscenza delle situazioni reali, come il vice-ministro Martone che ha dichiarato che chi a 28 anni non è ancora laureato è uno sfigato. Frase forse da contestualizzare meglio, poichè tanti giovani studiano e lavorano contemporaneamente. Peccato, poichè anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un ottimo professionista, con idee chiare e voglia di far bene per i propri concittadini, ma che perde punti per dichiarazioni azzardate e generalizzate (errore disumano quando si parla di lavoro). Ad onor del vero devo però dire che i media hanno un po' "estratto" la frase dal contesto (consiglio il video integrale dell'intervento di Michel Martone su apprendisti,neet, sfigati e secchioni)
C'è poi il ministro del lavoro Elsa Fornero che ha sfatato il mito del posto fisso e dopo essere stata attaccata sul fatto di avere la figlia docente universitaria (e con posto superfisso quindi) nella stessa Università di mamma e papà ha dichiarato “mia figlia può difendersi da sola dalle accuse...”. Non rendendosi conto che le critiche andavano a lei e non a sua figlia! Nessuno ha infatti messo in dubbio che sua figlia meriti quel posto, ma solo che lei come ministro del lavoro doveva magari avere più tatto nel parlare di “illusione del posto fisso” quando invece per la sua famiglia illusione non era...
Uno scivolone che ha oscurato le ottime iniziative in tema lavoro che il ministro ed il governo stanno portando avanti (liberalizzazioni, contratto unico, flessibilità al posto della precarietà, etc...)
Ottime le intenzioni e le motivazioni del governo insomma, da rivedere invece le modalità di comunicazione e la percezione della reale situazione dei cittadini italiani.


Purtroppo dubito che i ministri possano leggere o prendere in considerazione alcuni miei consigli... ma ci provo comunque:
Interagire con la gente comune (operai, impiegati, neo-laureati, mamme lavoratrici, precari, disoccupati, etc... magari anche tramite Facebook, perchè no!?)
chiacchierare con i sindacalisti veri quelli da campo (quelli cioè che lavorano nelle fabbriche e negli uffici gomito a gomito con i loro colleghi e non quelli dalle poltrone altolocate che non hanno mai lavorato un solo giorno in vita loro!)
confrontarsi non solo a Confindustria ed Alta Imprenditoria, ma anche direttamente con piccoli imprenditori ed industriali, quelli delle fabbrichette da 10-15 dipendenti, magari avviati da ex operai volenterosi e lungimiranti. Non dimentichiamo che sono queste fabbrichette ed i loro operai che tirano avanti da decenni l'economia italiana
I commenti sono liberi e benvenuti, potete anche allungare la lista dei consigli... chiediamo solo di commentare con coerenza ed educazione...
L'editoriale di Marco Fattizzo: direttore di Bianco Lavoro

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